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Io resto in montagna: il programma per le comunità montane

La riqualificazione delle zone periferiche passa anche dalla valorizzazione delle comunità interne e le comunità montane e tra le misure introdotte dalla legge quadro sulla montagna c’è anche “Io resto in montagna“. La progettualità presentata è tesa ad incentivare la residenzialità nelle aree a rischio spopolamento attraverso una detrazione degli interessi sul mutuo per gli under 41 che acquistano una prima casa in un Comune montano con meno di duemila abitanti. Lo sviluppo e la valorizzazione delle aree montane italiane dipendono anche dal ripopolamento del territorio e oltre la misura “Io resto in montagna”, il provvedimento prevede anche una serie di altri strumenti per contrastare lo spopolamento delle aree montane italiane: dal credito d’imposta per gli imprenditori agricoli e forestali, alle misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”, passando per gli incentivi relativi ai settori scuola e sanità.

Io resto in montagna è un intervento che fa riferimento agli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale nei Comuni montani con popolazione residente non superiore a 2mila abitanti. La misura prevede una detrazione dall’imposta lorda pari al 100% degli interessi passivi entro un ammontare di 500 euro e pari all’80% sulla parte degli interessi passivi che eccede il limite di 500 euro fino a 1.125 euro. L’agevolazione è disposta in favore dei contribuenti che non hanno compiuto i 41 anni di età nell’anno in cui vengono rogitati l’atto di acquisto dell’immobile e quello di accensione del mutuo.  “La legge quadro, con alcuni ulteriori miglioramenti suggeriti dall’ANCI che saranno a breve formalizzati, potrà rappresentare un vero punto di svolta per le politiche per le montagne italiane, a partire dalle situazioni di maggiore marginalità da troppo tempo soggette ad un grave quanto allarmante spopolamento. Occorre un obiettivo strategico di lungo respiro che vada ben oltre il PNRR. Pensando anche ad una flat tax per le situazioni più critiche, dobbiamo in generale lavorare nella prospettiva Io resto in Montagna“, ha spiegato Massimo Castelli, coordinatore nazionale piccoli Comuni.

La fase 2. L’Italia come Genova.

La fase due deve necessariamente passare per proposte concrete di semplificazione amministrativa, di dotazione di strumenti di accelerazione dello sviluppo economico in grado di esaltare l’imprenditorialità straordinaria che il nostro Paese ha nel suo tessuto economico. Il nostro made in Italy, il brand internazionalmente più riconosciuto necessita di un rilancio straordinario. Attraverso zone economiche speciali, zone franche doganali, zone logistiche semplificate è possibile accelerare una ripresa economica per un nuovo miracolo italiano. La defiscalizzazione accompagnata da una massiccia semplificazione, insieme ad un potenziamento infrastrutturale indispensabile sia per gli aspetti logistici sia in termini di stimolazione della spesa pubblica, spingeranno in alto i consumi e la produzione a vantaggio del nostro PIL.

Il momento di stasi forzata faccia riflettere sulla necessaria corresponsabilità e compartecipazione dei cittadini alle scelte politico – allocative dei nostri rappresentanti politici. Il modello finora usato ha fallito miseramente mortificando sanità, istruzione, cultura e innovazione, gli unici pilastri che ci hanno mantenuto in vita, pur collassando su se stessi, in questi mesi.
Non ci sarà un’altra possibilità. Si programmi con lungimiranza, si agevolino le imprese, si investa in infrastrutture, in istruzione, sanità, si esalti il ruolo sociale della cultura e della creatività, si scommetta sull’innovazione che ne deriva.
Un’attenzione particolare si riservi al turismo, il grande assente dei programmi. Il comparto genera una parte importante di PIL e distribuisce ricchezza su tutta la filiera. Non si può solo aspettare. Il comparto va sostenuto concretamente e ristrutturato anch’esso con logiche di accelerazione come avviene in altre parti del mondo (Dubai, per fare un esempio).

RALIAN sta lavorando senza sosta in queste settimane ad un programma di sviluppo che sarà fondamentale per i prossimi anni. Da qui partiremo per far sentire ancora di più la nostra voce sui temi che ci stanno a cuore. Il nostro impegno quotidiano in questi mesi è stato, è e sarà in tal senso. Siamo parte attiva nel rilancio dell’economia italiana post COVID – 19. E di questo siamo fieri e grati. Silenziosamente, caparbiamente e incessantemente.

La fotografia di Genova che mostra orgogliosa il suo ponte ricostruito sia il monito che ispiri i nostri cuori. L’Italia è lì. L’Italia non si ferma come Genova non si e’ fermata. L’Italia come Genova non si lascia sopraffare dagli eventi ma reagisce, ruggisce, si rialza, si ricostruisce, superba, fiera e orgogliosa.

Vogliamo sentire una freccia toccarci il cuore e lì nel cuore esplodere. Vogliamo sentire che “L’Italia s’è desta”, un’altra volta, davanti agli occhi del mondo, soprattutto davanti agli occhi di quella parte di mondo che ci diceva che noi italiani non ce l’avremmo fatta.

Debutocratizzare. Defiscalizzare. Investire. Rilanciare. Partecipare. Programmare. Ricominciare. Volare.